
Il general manager
del Cus Jonico parla della calda estate tra ipotesi di ripescaggio, isolamento
sportivo e amministrativo: “PalaMazzola? Spiace ma scelta obbligata”
(INTERVISTA DI
TONI CAPPUCCIO)
In
attesa della trasferta di Ruvo di Puglia, domenica alle ore 18:30 con ingresso
gratuito al Palasport di via Cristoforo Colombo, la Pu.Ma. Trading Taranto si
gode il buon avvio nel nuovo campionato di serie C Silver dopo i successi col
Martina e Monteroni.
Per il dirigente responsabile Roberto Conversano è tempo,
a bocce ferme, di tornare sull’estate del Cus Jonico, vissuta in “silenzio”
dopo la cocente retrocessione dalla B, maturata ai playout, ma con un grande
lavoro dietro le quinte per riportare la pallacanestro di Taranto ai livelli
degli ultimi 5 anni. Le scelte tecniche, il sogno svanito del ripescaggio, la
questione PalaMazzola e qualche sassolino da togliere nell’intervista concessa
a Toni Cappuccio che segue.
“Noi del Cus Jonico eravamo in pole position
per l’eventuale ripescaggio in serie B, insieme a Palermo, però dietro di noi.
Una posizione guadagnata, nel tempo, con la serietà e la buona organizzazione
di società e di squadra. Taranto e Palermo, due città di dimensioni abitative e
socio-sportive decisamente diverse, ovviamente a vantaggio dei siciliani. Il
problema che si presentava ai richiedenti il ripescaggio, però, era il
confronto con tante squadre del profondo nord, con relativi oneri di gestione.
Per noi, comunque, la volontà c’era ma, naturalmente, non avevamo le forze per
affrontare da soli, un tale impegno dispendioso. Quindi, a malincuore, abbiamo
“dovuto” decidere di rinunciare, questa volta, al ripescaggio, favorendo così
la pole ai siciliani, che in ogni caso avrebbero dovuto fare i conti con
trasferte ancora più lunghe fino al nord (Bergamo ed altre per es.). Pensavamo,
quindi, che anche per loro sarebbe stata rinuncia. Ci sbagliavamo! Qualche
giorno dopo, leggemmo sul Corriere dello Sport che il sindaco Leoluca Orlando
aveva annunciato che il Comune sarebbe venuto incontro finanziariamente alla
società di basket per assicurarsi
questa benedetta serie B. Altro spessore politico ed altra importante
attenzione ad una realtà sportiva che non fosse il solo calcio! E’ evidente! Da
noi, invece, le cose vanno al contrario, non si sostengono le società sportive
che rappresentano la città nel contesto nazionale ma le si aggravano di oneri
insostenibili. A parte il calcio...naturalmente che, comunque, naviga in
tornei, direi “anonimi”.
A
Taranto, è noto, questa “disattenzione o disaffezione” che dir si voglia da
parte delle varie amministrazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi
anni, è nota da tempo. Tanto che rimarcarla ogni volta potrebbe risultare
stucchevole da parte di chi non vuol sentire.
“Certo! Noi, però, non chiedevamo e non
chiediamo soldi ma solo sgravi fiscali e meno oneri gestionali di un impianto,
il PalaMazzola, che ci è costato un bel pò di danaro per la sua manutenzione
ordinaria ed, a volte, anche straordinaria. Danaro che sarebbe stato utile,
molto utile per allestire una squadra che potesse competere ad alti livelli con
le altre realtà più ricche.
Così facendo avremmo offerto
alla città un altro palcoscenico sportivo di un certo livello per contribuire
ad assicurarne una buona immagine promozionale. Prima di noi l’ha fatto il Cras
femminile e la gente ed i tifosi ancora soffrono per la sua scomparsa, dopo
aver “goduto” di dieci anni di grande risalto sportivo, anche a livello internazionale.
Anche nell’occasione del sua cancellazione dal pianeta basket, però, gli
amministratori e buona parte della città restarono in silenzio. Senza un minimo
di sussulto emotivo! Evidentemente noi non siamo bravi, ad entrare “nelle
grazie dei decisori della vita cittadina”. Ci sarebbe piaciuto, per esempio,
vederne qualcuno dei nostri amministratori in qualche partita, così come si
vedono allo Jacovone… e non è che non li abbiamo invitati! Capisco che allo
stadio c’è più gente per fare passerella”.
Ma
il benedetto bando di gara per l’assegnazione del PalaMazzola sono riusciti a
vararlo o no?
“Non credo! (sorride, ndr!). Noi, dopo vane
attese, abbiamo pensato bene di lasciare il PalaMazzola consegnando le chiavi
ai dirigenti pubblici, i quali ci avevano proposto di prolungare la gestione
ancora per un’altra stagione sportiva per dar loro il tempo di predisporre
questo, ormai famigerato, bando di gara che, però, presentava già dei nodi
scorsoi: oltre 90mila euro, più il ripristino della struttura esterna dell’ex
ristorante, sempre a nostre spese ed un’aggiudicazione di soli 6 anni e non dei
canonici 10 di gestione. Capite bene che una società, con tali condizioni
capestro, non può fare investimenti e programmare l’attività con una certa
lungimiranza, anche considerando la realtà poco gratificante della nostra
città, dove, però, non mancano comunque gli imprenditori da interessare al
nostro progetto di marketing sportivo e sociale. Sarebbe bastato utilizzare lo
stesso criterio di assegnazione a trattativa privata, come fatto col Cras per
il PalaMazzola e con lo Jacovone per il Taranto calcio, in considerazione di
due realtà principali nei rispettivi sport. Non abbiamo goduto della stessa… fortuna”.
Ora
l’assegnazione, a tempo determinato, è stata data alla UISP, storico Ente di
promozione sportiva per tutti ma...noi “baskettari di lungo corso” crediamo che
quel mitico parquet non “risuonerà” più
“Noi non abbiamo voluto manifestare la
cosiddetta (impropriamente) “manifestazione di interesse anche questa volta perché
ci siamo sentiti presi in giro, per cui abbiamo deciso di lasciare il
PalaMazzola e “ritornare” nei luoghi canonici del basket “le palestre
scolastiche”, nella fattispecie l’Archimede prima ed ora il Pacinotti, con il
Palafiom come campo gara.
Risparmiamo un bel po' di
danaro ed investiamo sul nostro progetto giovani, la nostra filosofia”.
La
domanda sembra un po' retorica ma non tanto: perché ritenete di essere stati
presi in giro?
“Perchè questa benedetta “manifestazione
d’interesse” noi l’abbiamo esercitata per ben 4 anni e con quella di quest’anno
sarebbero stati 5, con la promessa, più volte reiterata da parte della
dirigenza comunale che avrebbero provveduto ad indire il bando di gara vero e
proprio.
Lo abbiamo più volte
sollecitato ma ogni volta ci è stato detto che avevano qualche difficoltà a
“comporlo in maniera interessante”. Poi abbiamo capito che “l’interesse” era
per loro.”
Benedetta
città che non riesce a vedere oltre il proprio naso. Vabbè, ora è serie C e non
è che sia proprio da buttar via. Vi leccate meglio le ferite economiche e si
riparte con nuova lena.
“Proprio così! Per ora è solamente C Silver
regionale, in attesa che la Federbasket regionale vari anche la C Gold
allargata ad altre regioni, magari dalla prossima stagione. Nella serie C si
possono ammirare buone squadre, anche dal punto di vista tecnico, per la
possibilità di ingaggiare atleti di altre nazionalità comunitarie. Nel nostro
caso sono arrivati i due stranieri, Pellot e Fernandez, oltre al play Romano e
non ultimo De Angelis saranno capaci di far maturare meglio i nostri ragazzi
del vivaio virtussino, oltre ai cari Caldarola e Veccari già “rodati” lo scorso
anno. In panchina abbiamo scelto un coach umile quanto bravo come Francesco
Calore da Pulsano, con esperienze nelle giovanili del bolognese, sta facendo
bene. Come inizio non c’è male direi”.
Luca Fusco
capo ufficio stampa Pu.Ma. Trading Basket Taranto
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