Il capitano della Ma Group è tra i top player della serie A nella
classifica di rendimento ed ha un conto aperto con la Nazionale
A giudicare dalla formula che
miscela rendimento e presenze sul rettangolo di gioco, le trentasei primavere
di Igor Vignoli restano uno dei più grandi misteri della straordinaria
cavalcata 2016/2017 della Ma Group. Una gigantesca antitesi colloca agli
estremi opposti la carta d’identità e le prestazioni del capitano, uomo simbolo
della neopromossa operaia quinta in classifica e qualificata alla Final Eight
di Coppa Italia.
Il capolavoro di Vanni Pedrini poggia le basi nel carisma,
nell’esperienza, nella tenuta fisica e nelle infinite qualità tecniche di un
Vignoli in formato Nazionale. Regista indiscusso dell’escalation imolese nel
futsal tricolore: dalla trionfale annata in cadetteria, alla sorpresa d’autore
in A2; dall’appiccicosa maglia nera estiva dei pronostici, ai galloni di
compagine rivelazione nell’Olimpo del futsal tricolore.
Igor, onestamente…Chi lo avrebbe mai detto? “E’ davvero pazzesco quello che siamo riusciti a fare in questi mesi
considerando l’organico limitato, la totale mancanza di esperienza nella
massima serie per gran parte della rosa ed il budget societario di gran lunga
inferiore ai nostri competitor per la salvezza”. Una seconda giovinezza che ti colloca, nell’analisi dei dati statistici
legati al minutaggio in campo ed alla sostanza di rendimento, tra i giocatori
più incisivi della serie A. “Se
ricevo questi attestati di stima non è soltanto merito mio, l’applauso è per
coloro che mi permettono di scendere in campo al meglio. Il primo grande grazie
va al Mister Vanni Pedrini per un percorso triennale incentrato sulla
genuinità, sullo spirito di sacrificio e sulla programmazione tecnico-atletica.
Basilare la sintonia con tutti i miei compagni e con uno staff rossoblù che
opera in silenzio lontano dalle luci della ribalta”. La tua storia personale racconta di uomo diviso tra famiglia, lavoro e
palestra al cospetto di blasonati avversari che incarnano il dogma del
professionista full time. Il film del campionato però racconta di un equilibrio
spesso capovolto al termine dei quaranta minuti sul tabellone. “E’ vero, il mio stile di vita me lo sono
scelto e ne vado fiero. Conciliare i ritmi di una disciplina sportiva ad alti
livelli, la famiglia e la quotidianità lavorativa non è assolutamente
un’impresa alla portata di tutti. Il sabato pomeriggio duellare alla pari con
autentici mostri sacri della categoria mi riempie davvero d’orgoglio”. Hai un conto aperto con la Nazionale. Una
città intera attende un cenno dal CT Menichelli, una convocazione meritocratica
e dettata da impegno, sacrificio quotidiano e risultati. “Voglio essere sincero fino in fondo, nella
mia decisione estiva di affrontare nuovamente l’avventura della serie A ha influito la volontà di centrare il
possibile traguardo azzurro. Sono quattro mesi che lavoro a testa bassa:
numeri, minutaggio effettivo in campo e risultati difficilmente mentono. Per me
spetta ai parametri meritocratici il compito di delineare l’input della
convocazione in Nazionale che rappresenta il punto più alto nella carriera di
qualsiasi atleta. Sì, ho un conto aperto con la maglia azzurra e la lista dei
convocati la leggo ogni volta, anche a trentasei anni”. Fabinho, Deilton, Jelavic e Napoletano si
sono confermate scelte azzeccate. Allo stesso modo la fiducia in sede di
rinnovi accordata a Castagna, Juninho, Revert Cortès, Borges si è rivelata la
carta vincente in tema di continua crescita di rendimento. Quali compagni di
spogliatoio ti hanno maggiormente impressionato in positivo in questa
abbondante metà di stagione? “Nessun
nome, ognuno ha la sua parte di merito nell’impresa di casa Imola. Società,
allenatore, direttore sportivo inclusi perché questo è un gruppo composto da
ragazzi seri e professionali che si sono calati nella realtà imolese guidati da
un grande cuore rossoblù”.
Ufficio
Stampa
A.S.D.
Imola Calcio a 5 2016/2017
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