Primi allenamenti
e prima parole rossoblu per ‘Ghiaccio’: “La passione per il basket e la bontà
del progetto Cus Jonico mi spingono a giocare. Io come Boni, Basile, Soragna e altri”
Pantaloncini, maglietta, scarpe e di corsa sul parquet. Non
ci sarebbe da meravigliarsi se quel giocatore che comincia la sessione di
allenamento con il Cus Jonico non fosse Roberto Chiacig. “Ghiaccio” non passa
inosservato dall’alto degli oltre 2 metri di altezza ma come gli altri, al
netto dei suoi quasi 42 anni e dei tanti titoli nazionali e internazionali
conquistati, è pronto a sudare, a gettarsi ancora nella mischia, a sgomitare
per un rimbalzo. Perchè, come va ripetendo a mo’ di mantra: “Il basket è la mia
passione, mi diverto a giocare, a mettermi alla prova, a misurarmi con
giocatori molto più giovani e finchè avrò questa voglia ed il fisico me lo
permetterà voglio giocare”.
Chiaro e semplice il “Ghiaccio” che, appena
arrivato a Taranto, si è messo subito a faticare in cerca della migliore forma,
al PalaMazzola, insieme ai suoi nuovi compagni agli ordini di coach Putignano.
Il Cus Jonico ha puntato su di lui e viceversa per fare
buone cose insieme: “Mi piace il progetto, ora sta a me entrare al più presto
in forma. Mi serve un po’ di tempo per togliere un poco di ruggine perché è da
un po’ che non gioco. Ma non credo sia un problema. Sì, anche per questo voglio
giocare ancora. L’ultima stagione è stata un po’ una sofferenza dove ho giocato
poco per problemi vari e mi piaceva l’idea di poter giocare una stagione
lineare, con continuità”.
Ha le idee chiare Chiacig anche quando parla del ruolo
all’interno del “suo” Cus Jonico e di eventuali obiettivi: “Per una questione
di età ovviamente posso fare da chioccia a questo gruppo di giovani. Metterò a
disposizione la mia esperienza e le mie qualità affinchè si possa raggiungere
un livello medio alto, nelle prestazione e nei risultati”.
Ma gira e gira torna a galla l’interrogativo sul suo status
di ultraquarantenne innamorato del basket. Chiacig non fa una piega e risponde
così: “Non vedo cosa ci sia di strano. Ripeto, gioco perché ancora mi diverto e
sono convinto di poter fare la differenza. Ma non credo di essere un ‘unicum’,
sia nello sport che nella pallacanestro in particolare, dove da Basile a
Soragna passando per Mario Boni gli esempi come il mio non mancano”.
Ed allora in bocca al lupo Ghiaccio, anche per questa nuova
avventura in riva allo Jonio!
LUCA FUSCO
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