Le
lacrime del presidente Nando Barbarossa a fine partita valgono più di mille
righe di cronaca. L’AcquaeSapone Unigross al Palafiera di Pesaro fa ancora la
storia: batte la Luparense in una finale bellissima e viva fino all’ultimo
secondo, cucendosi la coccarda tricolore sul petto. Finisce 3 a 1, ma prima di
arrivarci c’è stato bisogno di Mammarella versione Spiderman e di un grosso
spavento dopo 11’ della ripresa, con il gol di Lara. Poi furia nerazzurra, una
squadra che incarna già lo spirito e la filosofia del suo coach, Pérez, che
dopo soli due mesi vince il suo primo titolo in Italia.
Pérez
conferma al fischio d’inizio lo stesso quintetto delle precedenti due gare di
Coppa. Bocao, capitan Murilo, Calderolli e De Oliveira, con i due grandiex –
Bertoni e Coco – inizialmente in panchina. Marin con le due bandiere Honorio e
Taborda, Jefferson e Mello, quartetto aggressivo che pressa e costringe i
nerazzurri a sbagliare qualche pallone di troppo. Come quello che chiama in
causa Mammarella dopo 1’. La partita è proprio come ci si aspettava alla
vigilia: tesa, spigolosa, aperta e vibrante. Dopo 5’ sono in campo tutti i
“carichi pesanti” dei due roster. Ramon calcia da sinistra e trova ancora
Mammarella, l’altro ex della serata, Bordignon, sul lato opposto spaventa
Miarelli due volte nello stesso minuto. Dopo 7’20’’ i veneti colpiscono un palo
con Taborda dalla distanza. La risposta è firmata De Oliveira dopo 9’ con un
colpo di testa ravvicinato e da Murilo con un pallonetto che per poco non
sorprende Miarelli. Le due squadre tirano un po’ il fiato dopo il primo quarto
di gara, inevitabile dopo aver giocato già due volte nei tre giorni precedenti.
Resta più propositiva la Luparense, che calcia anche dalla distanza,
guadagnando piazzati in zona d’attacco che costringono Bocao e compagni a
schiacciarsi troppo. Il primo break interessante dei nerazzurri è firmato da
Murilo al 15’: palla rubata sui dieci metri e sinistro violento troppo addosso
al portiere. A 3’ dall’intervallo, 5° fallo da gestire per la squadra di Pérez,
che sbanda e deve dire grazie ancora a Mammarella fantascientifico su Mello al
18’. Quando il portierone chiede l’intervento dello staff medico per un
fastidio alla spalla, riceve l’ovazione di tutto il palazzetto di Pesaro.
Il
secondo tempo si apre dopo 4’ e mezzo con Mello che di destro da lontano, su
angolo, piega la mano di Mammarella e trova traversa. Super palla gol per
Murilo che inventa uno sfondamento centrale e calcia con la punta del piede
sinistro, trovando ancora Miarelli reattivo. Se ne va anche il terzo quarto
della finale in un equilibrio quasi perfetto, con la stanchezza che affiora e
anche la paura di commettere un errore che potrebbe essere determinante. La
palla scotta e non è facile. A 9’ dalla fine, l’episodio che sblocca la gara:
rinvio improvviso di Miarelli, la palla carambola sulla schiena di Lima e
diventa un assist perfetto per Lara, che può infilare Mammarella da due passi e
quasi non crede ai suoi occhi.
Mancano
9’, ora o mai più pensano i ragazzi di Pérez. Il tempo di armare la reazione e
arriva il numero da fenomeno puro di Lukaian: stop di petto e girata che non dà
scampo al portiere veneto. Pari, si ricomincia. Ma i nerazzurri non vogliono
gestire. Premono forte sull’acceleratore e in un minuto confezionano il
sorpasso: Calderolli va a pressare Miarelli su un pallone apparentemente
innocuo, lo scavalca e arriva dentro la porta con la palla. Il 2 a 1 è realtà.
Meno di cinque minuti alla fine e Marin gioca subito con Taborda portiere di
movimento. Il giro palla dei Lupi funziona, a 2’ dalla fine Ramon fallisce
incredibilmente la palla del pari da zero metri. Mammarella bacia l’amico palo.
La Luparense perde fiducia, concede la palla del match a Murilo, che non la
fallisce: 3-1. La Coppa Italia torna a colorarsi di nerazzurro.
ACQUAESAPONE UNIGROSS – LUPARENSE 3-1 (p.t.
0-0)
ACQUAESAPONE UNIGROSS: Mammarella,
Lima, Bordignon, Murilo, Calderolli, Lukaian, De Oliveira, Bocao, Bertoni, Coco
Wellington, Jonas, Casassa. All. Pérez.
LUPARENSE: Miarelli, Tobe, Ramon, Taborda,
Honorio, Jesulito, Duric, Jefferson, Lara, Mello, Etilendi, Leofreddi. All. Marin.
ARBITRI: Malfer di Rovereto, Ziri di
Barletta, Colombi di Tivoli, crono Di Stefano di Albano Laziale.
MARCATORI: nel s.t. 10’49’’ Lara (L),
14’12’’ Lukaian (A), 15’16’’ Calderolli (A), 19’53’’ Murilo (A).
NOTE: spettatori 1.000 circa; espulsi
; ammoniti Bocao (A), Jesulito (L), Murilo (A), Taborda (L).
LE INTERVISTE
Il presidente Nando Barbarossa si
commuove alla sirena di fronte alla festa incontenibile dei suoi ragazzi e di
tutto il suo staff. “Bellissimo, è stata una finale durissima, contro un
avversario di valore indiscutibile. Ma siamo stati davvero bravi e adesso
pensiamo ai prossimi obiettivi. Vogliamo divertirci ancora”, dice.
Con lui anche il fratello Marco
Barbarossa: “L’umiltà il segreto di questo trionfo. Abbiamo lavorato, abbiamo
fatto anche scelte difficili, ma sapevamo di poter costruire qualcosa
d’importante e oggi ne raccogliamo i frutti. Davvero una giornata emozionante
per noi, soprattutto per noi padre, Enio, che ci ha seguiti dalla tv”.
Il ds Gabriele D’Egidio senza più un
filo di voce salta e canta come un indemoniato: “Questa è la vittoria di tutte
le persone che lavorano per questo club, che credono in questo progetto e che
danno ogni giorno il centodieci per cento per questa maglia. Siamo felicissimi,
ora festeggiamo, ma abbiamo ancora degli obiettivi per cui lottare e presto ci
metteremo a lavorare per cercare di raggiungerli”.
In campo è commosso anche Tino Pérez,
arrivato da poco in Italia, ma già capace di confermare la sua fama europea di
vincente: “La chiave della vittoria? Il lavoro, la squadra non ha mai smesso di
farlo, anche durante la finale, durissima, contro questa Luparense che non ci
ha concesso nulla e ci ha punito al primo vero episodio favorevole. A loro i
nostri complimenti, restano il nostro primo rivale in questa stagione e sono
certo che il duello proseguirà. Se ci avrei scommesso su questa Coppa? Io in
questa squadra credo ciecamente, poi c’è un lavoro di equipe che funziona alla
perfezione e una società incredibile alle nostre spalle, che ci dà sempre
stimoli per dare il massimo e competere”.
Stefano Mammarella, premiato come
miglior giocatore della manifestazione, va subito dalla moglie Manuela e dai
piccoli Mattia e Davide per condividere l’ennesimo trofeo di una carriera
mostruosa: “Un momento bellissimo, che la squadra ha meritato lottando e dando
tutto fino alla fine. E pensare che un anno fa rischiavo di non poter giocare
più. Devo tantissimo al dottor Iannacone, al fisioterapista Ulisse, al prof
Aiello e al mio preparatore, Luca Di Eugenio”.
Dopo le lacrime, capitan Murilo alza
la Coppa Italia al cielo, la seconda della storia nerazzurra (quarto titolo con
Supercoppa e Winter Cup) e la festa può iniziare.
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